“LO SGUARDO DI MICHELANGELO”, VERSIONE RESTAURATA A SAN PIETRO IN VICOLI

A dieci anni dalla scomparsa di Michelangelo Antonioni, nel novero del restauro di tutti le sue pellicole, Istituto Luce Cinecittà e Il Gioco del Lotto presentano la digitalizzazione de “Lo sguardo di Michelangelo”, il documentario del 2004 dedicato alla Tomba di Papa Giulio II, di Michelangelo Buonarroti, di cui il Mosè è l’elemento più prezioso.

Per iniziativa della Soprintendenza Speciale di Roma, da venerdì 6 fino a martedì 10 ottobre negli orari di visita della Basilica (8.30-12.20/15.00-19.00), il cortometraggio così restaurato sarà visibile gratuitamente per la prima volta a San Pietro in Vincoli a Roma, il luogo per cui il monumento è stato creato e dove il documentario è stato girato.

Presentato a Cannes nel 2004 – e definito da alcuni critici come la cosa più bella di quell’edizione del Festival – “Lo sguardo di Michelangelo” restituisce una estrema summa del cinema di Antonioni, il suo gesto artistico insieme solenne e seducente, una riflessione sull’atto di vedere.

Il film è stato oggetto di una accurata riconversione in digitale realizzata dai negativi originali di scena e di suono. Le immagini sono state scansionate ad altissima risoluzione, stabilizzate e pulite digitalmente eliminando i segni del tempo: spuntinature, righe e segni visibili di giunte. Un ulteriore intervento ha restituito la lucentezza e la ricchezza alla fotografia. È stata effettuata una pulizia digitale del suono, che ha portato alla riduzione dei rumori di fondo causati dall’usura del tempo, mantenendo però la dinamica e le particolarità della colonna sonora. La digitalizzazione è stata eseguita nel 2017.

Questo cortometraggio girato nel 2003, è l’ultima prova di Antonioni nel documentario, un genere che aveva segnato i suoi esordi di regista negli anni ’40, e a più riprese frequentato nella sua lunga carriera.

Il titolo gioca sull’omonimia del regista ferrarese con l’artista rinascimentale. La pellicola è un lungo dialogo di sguardi: dagli occhi chiusi della statua del Papa, Antonioni arriva a quelli severi e salvifici di Mosè e delle altre figure che compongono il monumento funebre di Giulio II della Rovere. La macchina da presa penetra l’opera d’arte assecondata dalle mani del regista che sfiorano il marmo, trasformandolo in puro materiale plastico, materico, ai limiti dell’astrazione.

Antonioni ritrova, sperimenta e perfino restaura lo sguardo, un agire complesso e non un semplice rendiconto della realtà: piuttosto una costruzione e decostruzione di immagini. Il lungo e ricambiato abbraccio del regista con questo mirabile gruppo marmoreo, ci presenta un monumento a tratti nuovo e inedito, per ricordare come lo sguardo sia il vero segreto alchemico di ogni forma di arte visiva: sia essa scolpita, dipinta, filmata.

(da “Megamodo”)

Per ulteriori informazioni: http://www.cinematografo.it/news/san-pietro-vincoli-lo-sguardo-michelangelo/