Ennesimo sfregio al parco della Caffarella: da venerdì scorso croci celtiche, bestemmie, slogan fascisti e scritte volgari imbrattano la Cisterna Ninfeo. E così anche i vandali danno il loro “contributo” per cercare di rovinare il polmone verde del quadrante Sud della capitale. È questo, infatti, l’ennesimo sfregio al parco dell’Appia Antica. Uno dei territori più prestigiosi di Roma che da tempo registra anche un numero record di abusi edilizi: 620.
A tutto questo si somma anche l’incuria. Domenica ha ceduto un pezzo dello stemma della chiesa del Domine Quo Vadis di via Appia Antica. Nessuno, per fortuna, ha varcato l’ingresso al momento del distacco dei fregi. Il crollo ha ricordato l’incidente (capitello precipitato da trenta metri) in cui è morto un turista spagnolo nella basilica di Santa Croce a Firenze appena 4 giorni fa.
Chissà, adesso, quanto tempo ci vorrà per sistemare lo stemma rovinato. Non dovrebbero, invece, passare troppi giorni per riportare all’antico splendore le pareti esterne della Cisterna Ninfeo (III d.C.). Dall’ente parco regionale dell’Appia Antica fanno sapere di aver contatto l’Ama. La municipalizzata dei rifiuti offre, infatti, il servizio di idrosabbiatura, una tecnica specifica per ripulire i monumenti dalle vernici delle bombolette spray.
“È stato uno schiaffo – commenta amareggiata la direttrice del Parco regionale dell’Appia Antica, Alma Rossi – la Cisterna Ninfeo è stata abbandonata per anni, l’abbiamo liberata dal degrado con molta fatica: anni fa ci abitavano dei clochard. Nel gennaio del 2016, dopo un importante lavoro di restauro, è stata aperta al pubblico”.
L’ipotesi, invece, di recintare il parco della Caffarella per controllare l’ingresso, ed evitare così che i vandali danneggino gli antichi monumenti, è escluso dalla direttrice Rossi: “Chi ha delle brutte intenzioni potrebbe comunque scavalcare. Dovremmo fare un grande lavoro sociale per educare al grande valore di queste opere. La sensibilizzazione è l’unica arma vera che abbiamo “.
Nel frattempo però alcuni angoli di questo prezioso parco sono investiti (in parte) dal degrado. Vedi, ad esempio, la condizione critica in cui versa La Vaccareccia, il casale centrale della valle della Caffarella di epoca rinascimentale. Per gestire al meglio questo immenso patrimonio non aiuta il sovrapporsi di vari enti –
parco regionale dell’Appia Antica che dipende dalla Regione e il parco archeologico dell’Appia Antica che dipende dal Mibact – che spesso non comunicano con efficienza tra di loro.
Tra i mille problemi, degno di nota, è stato domenica l’intervento dei volontari (coordinati dai vertici del parco regionale dell’Appia Antica) che hanno ripulito il letto del fiume Almone dall’immondizia. A fine giornata non si contavano i sacchi neri stracolmi di spazzatura. (da “La Repubblica”)
Per saperne di più: roma.repubblica.it/cronaca/2017/10/23/news/croci_celtiche_e_bestemmie_con_lo_spray_alla_caffarella_deturpata_la_cisterna_romana-179085370/?refresh_ce