Roma, scempio in piazza Caprera: dal liberty al vetrocemento. Ruspe sul villino sotto tutela

È una palazzina del 1908 immersa nel verde, un villino nato come abitazione che poi ha sempre ospitato scuole, ma ora, con una parziale demolizione e ricostruzione, si trasformerà in un edificio moderno per uffici con un piano sopraelevato e una struttura di acciaio e vetro che ne allarga gli spazi lungo la facciata.
E tutto questo, dopo i casi clamorosi dell’ex convento degli anni Venti di via Ticino e di villa Paolina a largo XXI Aprile che spariranno per lasciare il posto a condomini di lusso, succede a piazza Caprera, il set di tanti film, il cuore del quartiere Trieste.

Il permesso a costruire viene richiesto nel 2015 dalla proprietà, la Prim Immobiliare, usando il grimaldello del Piano Casa della Regione che permette, in questi casi, in deroga agli strumenti urbanistici comunali, un aumento della cubatura e una modifica della destinazione d’uso: precisamente, per uffici e una palestra.
L’ultimo via libera è rilasciato nel 2017 dal dipartimento Urbanistica del Campidoglio. E anche se questa volta l’edificio è inserito nella Carta della Qualità, l’operazione ha ricevuto un parere positivo dalla Commissione di valutazione.

Il capitolato sulle tecniche costruttive è istruttivo. Le parti di edificio di nuova costruzione saranno costituite da una struttura portante realizzata con pilastri di cemento armato e solai intermedi in travetti prefabbricati. Mentre gli infissi esterni saranno in alluminio e le pareti delle facciate esterne in parte in vetro e in parte in acciaio. È previsto inoltre un ampliamento costituito da un nuovo volume dal primo al terzo piano. In sostanza, si passa da 830 a 996 metri quadrati. E si dichiara che gli interventi comportano modifiche alla sagoma dell’edificio, al volume (più 20%) e ai prospetti.

In particolare, nel 2016 la Commissione permanente di valutazione del Comune rilascia parere favorevole al progetto con un’unica prescrizione, quella di ” sottoporre alla commissione stessa soluzioni alternative sulla scelta di materiali e colori di finitura”. E pensare che proprio su piazza Caprera si affacciano gli edifici progettati da Gustavo Giovannoni, l’architetto dello stabilimento della Birra Peroni nella zona di via Alessandria.

“È un progetto” afferma Nathalie Naim, consigliere del I Municipio ” che violenta il paesaggio e distrugge la bellezza della piazza, nonostante l’edificio, uno dei pochi, ricada nella Carta della qualità. Dunque non si capisce come mai la Commissione di valutazione abbia potuto dare un parere favorevole. Come è possibile che si possa modificare in modo così radicale, senza un parere della soprintendenza di Stato, una parte della città storica nonostante, come afferma l’articolo 136 del codice del Beni culturali, siano tutelati i “complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale”? È necessario che la nuova legge sulla casa escluda esplicitamente i quartieri della città storica come il ” quartiere Caprera”, che nacque come ” case e alloggi per impiegati”, come è scritto nella richiesta di costruire degli inizi del secolo scorso”. (da “La Repubblica”)

 

Per saperne di più: roma.repubblica.it/cronaca/2018/01/29/news/roma_scempio_in_piazza_caprera_dal_liberty_al_vetrocemento_ruspe_sul_villino_sotto_tutela-187529960/